Effetti dei raggi U.V. sulla pelle

G. GUERRIERO  –  L. DEL REGNO
Clinica Dermatologica
Università Cattolica S. Cuore – Roma

INTRODUZIONE. Le radiazioni solari vengono in gran parte assorbite dall’atmosfera, che agisce da vero e proprio filtro; le radiazioni che riescono ad oltrepassare questa barriera protettiva naturale costituiscono lo spettro solare formato da energia elettromagnetica, con lunghezze d’onda che si estendono da 200 a 1800nanometri (nm). Si distinguono tre diversi tipi di luce:
· quella visibile ad occhio nudo;
· quella infrarossa, invisibile e responsabile del senso di calore;
· quella ultravioletta che, con le sue diverse lunghezze d’onda, è capace di generare pigmentazione della cute.

Gli effetti di questi tipi di luce sull’organismo sono variabili, così come diversa è la modalità di assorbimento. Luce visibile (37%) : non è pericolosa per la salute e non aggredisce la cute ma può talvolta provocare fastidiosi bagliori agli occhi. La luce è molto importante per la regolazione di alcune attività corporee come il ciclo sonno veglia e l’andamento circadiano degli ormoni. E’ inoltre in grado di stimolare la produzione di serotonina, un importante neurotrasmettitore, responsabile, tra l’altro, del senso di euforia.

I raggi infrarossi (60%): vengono spesso riprodotti artificialmente e usati a scopo terapeutico, per gli effetti termici che determinano. La loro caratteristica più importante è la trasmissione di calore allo strato superficiale della pelle (strato corneo). Pertanto un eccessivo assorbimento può danneggiare la cute provocando ipertermia e sintomi che vanno dalla vasodilatazione alla disidratazione cutanea.

I raggi ultravioletti (3%): gran parte dei raggi UV vengono riflessi dallo strato corneo e solo una piccola quota arriva negli strati cutanei più profondi. A seconda della lunghezza d’onda, si suddividono in UV-A, UV-B e UV-C.
RAGGI UV. Tutti gli individui sono esposti quotidianamente ad una certa dose di radiazioni ultraviolette (UV); la loro capacità di penetrazione attraverso la cute è direttamente correlata alla lunghezza d’onda; si distinguono gli UV-A con lunghezza d’onda compresa tra 320 e 400 n.m., gli UV-B con lunghezza d’onda compresa tra 280 e 320 n.m., gli UV-C con lunghezza d’onda compresa tra 100 e 280n.m..

SCHEMA RIEPILOGATIVO
RADIAZIONI UV

UV-A
LUNGHEZZA D’ONDA: 320-400nm
PROPRIETA ’Raggiungono il derma.Determinano pigmentazione rapida e veloce.Regressione della stessa (“fenomeno di Meyrowsky”)
EFFETTI COLLATERALI Possibile danneggiamento di capillari, collagene elastico.

UV-B
LUNGHEZZA D’ONDA: 280-320nm
PROPRIETA: ’Sono eritematogeni. Stimolano la melanogenesi
EFFETTI COLLATERALI: Alterazione del materiale genetico

UV-C
LUNGHEZZA D’ONDA: 100-280nm
PROPRIETA’: Non raggiungono la crosta terrestre.

Va ricordato che i livelli di UV tendono ad aumentare proporzionalmente all’incremento dell’altitudine, alla maggiore altezza del sole ed alla diminuzione della latitudine e della nuvolosità.

La maggior parte dei raggi UV che raggiungono la superficie terrestre sono UV-A (98%) e, in piccola parte, UV-B (2%), mentre gli UV-C sono totalmente assorbiti dall’atmosfera e non raggiungono la crosta terrestre. Lo strato di ozono e la capacità riflettente ambientale determinano variazioni dei livelli di UV che raggiungono la crosta terrestre (la neve riflette circa l’80% delle radiazioni UV, la sabbia asciutta della spiaggia circa il 15% e la schiuma del mare il 25%).
Va sottolineato dunque che gli UV-A, essendo più penetranti, sono maggiormente responsabili dell’induzione di tumori cutanei, del fotoaging, della foto immunosoppressione e dei fenomeni di fototossicità e fotoallergia.

FISIOPATOLOGIA. Nella zona di connessione tra epidermide e derma sono presenti delle cellule di derivazione nervosa, i melanociti, in grado di sintetizzare un pigmento scuro, chiamato melanina, la cui attività è dedicata a proteggere la cute dal danno delle radiazioni solari. Ogni melanocita, se opportunamente stimolato dalle radiazioni UV, è in grado di sintetizzare e trasferire questo pigmento ai cheratinociti (cellule fondamentali dell’epidermide), dando così origine alla caratteristica colorazione scura che appare in seguito all’esposizione solare.

Il colore della pelle è principalmente determinato dal tipo e dalla distribuzione dei pigmenti melanici. Altri fattori che contribuiscono al colore cutaneo sono il grado di efficienza del microcircolo superficiale e le variazioni di ossigenazione del sangue, che possono provocare cambiamenti visibili nel colore della pelle; anche i “carotenoidi”, che introduciamo con gli alimenti di origine vegetale, se assunti in dosi elevate, tendono ad accumularsi, conferendo alla pelle un colorito tendenzialmente giallastro.

Differenti tipi di melanine sono responsabili dei diversi colori della cute e dei capelli umani: nero, bruno, rosso, giallo e bianco (assenza di melanina).  I fattori genetici individuali giocano un ruolo importante nella determinazione del normale grado di pigmentazione della pelle, sia costituzionale che indotta.

MECCANISMO D’AZIONE UV. Le radiazioni ultraviolette inducono un aumento del numero di melanociti attivi, stimolando di conseguenza la produzione di melanina (neomelanogenesi). Questa sostanza, presente anche nei capelli e in alcune parti dell’occhio, è responsabile dell’abbronzatura a breve e a lungo termine.
La melanina, se da un lato garantisce un colorito più scuro, dall’altro protegge la pelle dagli effetti negativi delle radiazioni solari agendo come un vero e proprio filtro: è infatti in grado di ostacolare la penetrazione dei raggi ultravioletti negli strati più profondi della cute.
I cheratinociti intervengono invece in un secondo sistema di protezione, determinando un ispessimento cutaneo che impedisce ai raggi ultravioletti di penetrare in profondità e danneggiare le cellule.E’ importante sapere a quale fototipo si appartiene, in modo da attivare i meccanismi di difesa e prevenzione nei confronti dei raggi solari.

Un famoso dermatologo statunitense, Thomas Fitzpatrick, ha proposto una suddivisione dei tipi di pelle in 6 fototipi, al fine di razionalizzare le modalità di esposizione al sole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le radiazioni ultraviolette possono determinare effetti sia positivi che negativi; certamente i raggi UV concorrono nella sintesi della vit. D, sostanza coinvolta nello sviluppo scheletrico ed in grado di proteggere le ossa da patologie quali il rachitismo, l’osteomalacia, l’osteoporosi. Nel contempo i raggi UV si utilizzano con grande vantaggio nella cura di patologie come psoriasi e dermatite atopica o nel trattamento di fenomeni depressivi.

Tra i possibili effetti negativi vanno annoverati: eritema solare da eccessiva e/o incongrua esposizione, macchie cutanee, invecchiamento cutaneo caratterizzato da rughe, solchi , cute anelastica, ma soprattutto patologie cutanee di tipo oncologico; va sottolineato il frequente riscontro di lesioni cheratosiche, con danno epiteliale, che rappresentano il primo stadio di una possibile evoluzione oncologica di tipo carcinomatoso.

Per tutti questi motivi risulta necessario attuare un’adeguata prevenzione a carico della cute e degli annessi cutanei utilizzando sia prodotti applicati topicamente ad intervalli didue ore (filtri e schermi solari) sia sostanze assunte per via orale e finalizzate a proteggere le cellule ed il loro DNA dall’attacco dei “radicali liberi”. E’ auspicabile dunque che la prevenzione, soprattutto dei tumori cutanei, preveda una visita dermatologica periodica e l’adozione di adeguati sistemi di protezione.


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