Così il Privato ‘puro’ tutela la salute

Un intervento del Dott. Filippo Tangari sul Sole 24 Ore Sanità

Considerato l’obiettivo delicato di tutelare la salute dei cittadini, la sanità pubblica ha da sempre avuto un ruolo di rilievo nell’erogazione e nella distribuzione di risorse ai soggetti che garantiscono il raggiungimento di questo fine. Il settore privato, tuttavia, può contribuire in maniera significativa al miglioramento delle caratteristiche dell’offerta sanitaria nazionale attraverso capitali, organizzazione aziendale e cultura manageriale.

L’affermarsi di queste convinzioni ha permesso negli ultimi dici anni una vera e propria trasformazione del ruolo delle aziende sanitarie private nel nostro Paese, con la conseguente notevole espansione dell’offerta. In particolare, già con le prime riforme del sistema all’inizio degli anni ’90, gli istituti sanitari privati sono passati dal proporre un’offerta addizionale rispetto agli istituti pubblici a una concorrenziale o, a volte, addirittura sostitutiva, rispetto a quella pubblica.
Molte strutture private di grandi dimensioni, che hanno organizzato la loro offerta con tipologia medico-chirurgica, sono fortemente impegnate nella ricerca e operano in maniera del tutto similare ai policlinici universitari pubblici.

Grazie, poi, ai macchinari all’avanguardia e al contributo delle nuove tecnologie, sono in grado di raggiungere livelli assistenziali di eccellenza vera, valorizzando la professionalità dei medici che lavorano nel comparto. Tra di esse occorre distinguere quelle che hanno optato per un’erogazione di prestazioni in forma di concessione pubblica – accreditate con i Ssr – e quelle che invece hanno mantenuto la loro veste privatistica. Mentre le prime, pur motivate dai più altri principi assistenziali, sono in “stallo” per il comportamento della pubblica amministrazione che non riesce a rispettare sia la qualità che la quantità del pagamento dell’attività svolta, le seconde, potendo disporre di un’autonomia propria, sono nella condizione di mantenere fermi quei principi assistenziali che donano alla clientela le migliori garanzie e il più idoneo setting assistenziale nel momento di maggior bisogno di sicurezza e di risposte non infrequentemente salva vita. Basti pensare che il ricorso a regimi di ricovero day hospital, day surgery e/o day service, per specifiche patologie, sono al primo posto nelle case di cura private rispetto all’anacronistico regime di ricovero ordinario del comparto pubblico/accreditato. Non solo, ma mentre il privato gestisce risorse del cittadino senza gravare sulla precaria situazione dei fondi sanitari pubblici, il privato accreditato si inserisce in quei meccanismi di risparmio della spesa che finisce per mortificare non solo la continuità assistenziale ma, anche, la professionalità degli operatori sanitari.

E’ in questo contesto che si inquadra l’esperienza innovativa nel settore della Sanità privata romana del Rome American Hospital (Rah), nato nel 1990 da una joint venture tra la Hca di Nashville e un gruppo di promotori italiani e che lavora in modo complementare e con spirito di collaborazione con il Servizio sanitario nazionale. La casa di cura ha 150 posti letto e oltre 250 collaborazioni con medici di livello nazionale e internazionale. Grazie a un fatturato in crescita del 7% rispetto al 2010, sono stati realizzati investimenti di circa 1,5 milioni di ero. Investimenti, in corso di completamento, che sono servizi soprattutto per costruire nuovi ambulatori in grado di soddisfare la sempre maggiore richiesta di accoglienza e che verranno riservati anche ai pazienti dei nuovi centri di eccellenza , da poco inaugurati, come quello di senologia e quello multidisciplinare e multiprofessionale per l’obesità. E’ stato recentemente aperto anche il Centro di procreazione medicalmente assistita collegato con il Centro per la cura dell’endometriosi. Una realtà di eccellenza per la correlazione tra stato di infertilità e patologia organica e che, rispetto ad simili esperienze in cui si è sviluppato solo l’aspetto della procreazione artificiale senza una struttura medica per la cura delle cause, è da considerare un’esperienza di notevole valore aggiungo sociale.

Tutto ciò in linea con il modus operandi del Rome American Hospital, secondo cui, nell’assistenza sanitaria, l’intervento del privato, anche se in relazione a un’organizzazione aziendale di tipo profit, non può prescindere deal garantire al proprio cliente il migliore sistema di diagnosi e cura tutelando la professione del medico e la salute del paziente.

Filippo Tangari
Presidente C.d.A.
Rome American Hospital S.p.A.


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