Il “bonding” in sala operatoria:
L’importanza dell’attaccamento madre-bambino.
Nel parto spontaneo il favorire il contatto tra madre e neonato è ormai usuale e diffuso quasi ovunque.
Ma non è proprio possibile instaurare questo meraviglioso legame anche in una sala operatoria?
Fino a qualche anno fa, un bambino che nasceva da Taglio Cesareo veniva immediatamente separato dalla madre, impedendo quel contatto precoce così importante tra mamma e neonato. Questo era dovuto principalmente al fatto che i Tagli Cesarei avvenivano in anestesia generale. Negli ultimi anni, la sostituzione dell’anestesia generale con quella epidurale che consente alla madre di rimanere sveglia, vigile e senza dolore, le permette di partecipare attivamente alla nascita del proprio bambino.
Il “bonding” (dall’inglese legame, attaccamento) è un’esperienza fisica, emozionale, ormonale e relazionale tra madre e bambino; è un percorso articolato che inizia nell’utero materno, si consolida alla nascita e continua nel 1° anno di vita.
E’ quindi un processo che porta alla formazione del legame fisico e psicologico tra il bambino e la sua mamma con lo sviluppo di una particolare sensibilità verso le esigenze del piccolo.
E’ tanto importante per la futura vita di relazione tra madre e bambino che è previsto e sancito in termini di legge dalle Linee Guida Internazionali, dal Progetto Unicef e dal Piano Sanitario Nazionale.
Le prime ore dopo il parto sono un periodo dove la coppia madre-bambino trova un nuovo equilibrio dopo la separazione fisica, infatti in questo periodo avvengono importanti cambiamenti fisici, emotivi e psicologici.
Gli elementi che compongono il bonding sono:
– il contatto epidermico: la pelle è l’organo più esteso del corpo e il tatto è il primo senso che si sviluppa in utero;
– la temperatura: il neonato non è in grado di auto-termoregolarsi, quindi la temperatura corporea della mamma è la temperatura ideale per mantenere quella del piccolo; la voce: il bambino riconosce la voce della mamma, sentirla lo tranquillizza;
– l’odore: la mamma e il bambino si riconoscono dall’odore; il colostro ha un odore simile al liquido amniotico;
il contatto visivo: gli occhi del neonato sono fatti per mettere a fuoco dai 17 ai 30 cm, che è esattamente la distanza che c’è tra il viso della mamma e del bambino tenuto in braccio;
– l’allattamento: durante l’allattamento il bambino aumenta le difese immunitarie, e nella mamma vi è l’aumento di ossitocina (ormone che aiuta l’utero a contrarsi, chiamato anche ormone dell’amore) e di prolattina (ormone che favorisce la produzione del latte e che sviluppa il senso materno).
Lo studio degli animali ci ha insegnato cos’è il bonding. Basta osservare il momento della nascita di un cucciolo, come riesce autonomamente ad attaccarsi alle mammelle della madre, come la stessa lo accoglie, lo libera dal sangue e dal liquido amniotico con rapide e tenere leccate. Anche un neonato è un cucciolo. Un cucciolo d’uomo che ha bisogno di calore, di sentirsi toccare, baciare, coccolare.
Il “bonding” è una relazione unica tra due individui, specifica e perseverante nel tempo. L’abbraccio, il bacio e lo sguardo, quali indici di attaccamento in via di evoluzione.
LA NOSTRA ESPERIENZA
Nella nostra struttura, quando le condizioni cliniche della madre e del neonato lo permettono, noi applichiamo un protocollo che prevede il contatto precoce del neonato con la mamma, cercando ogni volta che vi sia la possibilità, di favorire il contatto tra capezzolo e bocca del neonato. Appare ovvio che per ottenere una simile ed inusuale situazione occorre una preparazione e una sintonia tra tutta l’equipe operatoria (ginecologo, anestesista, ostetrica, infermiera pediatrica e neonatologo).
Quando tutte queste condizioni coincidono il neonato, appena estratto, viene subito posizionato sull’isola neonatale attrezzata per fornire le prime cure e la visita del Neonatologo e subito dopo, viene posto, nudo sul petto della madre che può guardarlo (looking eye to eye), accarezzarlo con le mani libere da flebo (touching), massaggiarlo (bonding), riscaldarlo con il calore del proprio corpo (naturalmente a 37 gradi come in incubatrice) e indirizzarlo verso il capezzolo.
E se un bambino viene separato subito fisicamente dalla madre? (esempio un prematuro, o un neonato che necessita di assistenza medica, o impossibilità della madre ad avere un’anestesia epidurale)? Quando il bonding non si è realizzato, è comunque possibile ripristinare questa mancata sincronia attraverso la promozione del tocco, del contenimento, del massaggio.
Il massaggio, attraverso il contatto, ripristina il collegamento, la sincronia tra genitori e neonati, aiutandoli a realizzare positivamente questa prima tappa dell’attaccamento, lo stare “uniti”, indispensabile per potere affrontare in modo sereno i successivi “distacchi”, che permettono alla relazione di crescere.
Inutile ribadire l’importanza di tale procedura ed i benefici che si ottengono con un precoce e prolungato allattamento materno ed una vita di relazione tra madre e figlio iniziata così precocemente! Si realizza così l’umanizzazione del Taglio Cesareo, non più visto come un mero intervento chirurgico, ma come un aiuto nelle situazioni difficili che permette, in ogni caso, di vivere l’evento nascita con la stessa partecipazione ed emozione di un parto naturale.