Ricostruzione artroscopica dei legamenti del ginocchio

Nella ricostruzione artroscopica dei legamenti del ginocchio vantiamo una esperienza di oltre venticinque anni.

 

 

 

 

 

 

 

Eseguiamo di routine ricostruzioni del legamento crociato anteriore, posteriore, anteriore e posteriore combinate. Al momento abbiamo sviluppato una serie di tecniche nella ricostruzione del legamento crociato anteriore per fare in modo che la scelta chirurgica possa essere assolutamente “a la carte”; scegliamo cioè la tecnica adatta al singolo paziente in rapporto al sesso, al morfotipo, alle abitudini di vita e soprattutto alla attività sportiva oltreché ovviamente a esigenze particolari quali ad esempio nei reinterventi per fallimento di precedenti gesti chirurgici.

Diverse filosofie in merito ala scelta del trapianto e/o ai sistemi di fissazione vengono utilizzate adattando la loro applicazione caso per caso alle singole esigenze e tutto ciò tenendo ben presente le indicazioni esposte dal Ministero della Sanita’.


Vengono utilizzati infatti a seconda dei casi il tendine rotuleo, i tendini semitendinoso e gracile, il solo semitendinoso, il tendine quadricipitale con o senza bratta ossea. In casi particolari si fa ricorso a “tendini di banca”. Solo in casi particolarissimi, (ultracinquantenni con assenza di alterazioni artrosiche significative e alta richiesta funzionale per attività sportiva agonistica) poniamo l’indicazione ad una ricostruzione con legamento artificiale. Si eseguono ricostruzioni tradizionali a singolo fascio ma anche, in casi selezionati, a doppio fascio con due distinti alloggiamenti femorali e due tibiali nella intenzione di imitare quanto più è possibile l’anatomia normale dei legamenti.

 

 

Da qualche tempo proprio per avvicinarci quanto più è possibile all’anatomia normale dei legamenti privilegiamo la ricostruzione a singolo fascio cosiddetta “all inside”:

Gli alloggiamenti sia femorale che tibiale sono ciechi (non sono cioe’ tunnel ossei completi in comunicazione con l’esterno ma solo socket, cioe’ tasche) e sono realizzati da dentro l’articolazione grazie a strumentari dedicati di grande precisione mediante microfrese retrograde che chiuse, hanno uno spessore di tre millimetri, ma una volta aperte in articolazione sono in grado di retrofresare un alloggiamento in tibia che, secondo le esigenze, potra’ essere da sei a dodici millimetri.

 

 

 

 

 

 

 

Il fissaggio avviene sul femore e sulla tibia si ottiene con un bottoncino di 4 mm in titanio che dall’esterno della corticale femorale e tibiale tensiona e blocca il neolegamento nella sua sede.



 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il grande vantaggio e’ determinato dal risparmio osseo, dal mantenimento di un ambiente articolare chiuso e soprattutto dalla possibilita’ di utilizzare il solo tendine semitendinoso o in casi selezionati, il tendine quadricipitale senza brattee osee con una invasivita’ molto ridotta e un miglioramento clinico significativo del periodo postoperatorio.

Indipendentemente dalla tecnica utilizzata la durata media dell’intervento e’ di 40’.

Tutto ciò e’ possibile grazie al raggiungimento di una perfetta coordinazione  tra i componenti l’equipe medica e infermieristica.

Si pensi, ad esempio, alla preparazione dell’innesto che avviene parallelamente alla preparazione degli alloggiamenti; c’e’ una comunicazione e un sincronismo continuo tra il chirurgo e l’equipe tutta per fare si che il press-fit finale tra alloggio osseo e tendine sia massimo. Un altro ruolo fondamentale e’ quello delle attrezzature che comprende telecamere ad alta definizione, sistemi a radio frequenze, motorizzati di altissima qualita’ e sofisticati sistemi di acquisizione delle immagini e dei video.
Ad esclusiva disposizione del paziente c’e’ un monitor dedicato ad alta definizione di 26’ che gli consente di seguire dal vivo tutte le fasi dell’intervento.