Idrochinesiterapia

La piscina e’ costituita da due vasche con temperature differenti (una 33-34° c e l’altra 35-36° c), la differenza di temperatura tra le due vasche consente di effettuare trattamenti  inerenti le patologie vascolari agli arti inferiori.

Per le patologie di spalla siamo centro di riferimento della metodica lionese per la riabilitazione della spalla rigida e/o dolorosa. Le vasche sono entrambe provviste di idrommassaggio ed una  cascata per massaggi cervicali. Si effettuano trattamenti al rachide cervico-dorso-lombare, arti inferiori e superiori.

L’importanza della piscina in riabilitazione e i suoi effetti:

EFFETTO TERMALE
Mantenendo l’acqua ad una temperatura di 34° C si ottiene la così detta neutralità termica in cui gli acquisti di calore sono uguali alle perdite.

Utilizzando l’acqua ad una temperatura di 35° C si ottiene un leggero riscaldamento corporeo. il paziente ha l’impressione di trovarsi in uno stato di riscaldamento permanente; i tessuti connettivi diventano più elastici all’aumentare della temperatura procurando un effetto benefico, dovuto sia all’effetto termale profondo che a quello superficiale.

Nel paziente si instaura pertanto uno stato di decontrazione, rilassamento, ed un effetto antalgico importante tale da permettere all’articolazione di lavorare nelle migliori condizioni per eseguire i movimenti richiesti.

EFFETTO IDROSTATICO
Grazie al principio di Archimede, la forza di gravità a cui è soggetto un corpo sulla terra viene parzialmente annullata dalla spinta idrodinamica dell’acqua.

Se i movimenti vengono dunque eseguiti lentamente, al ritmo dell’acqua e al di sotto della soglia di dolore, l’ambiente microgravitario consente una sollecitazione muscolare minima permettendo la scomparsa dell’apprensione, l’attenuazione dei dolori e dell’inibizione postoperatoria, attraverso movimenti progressivi e cauti nel completo rispetto delle suture chirurgiche o delle strutture infiammate o lese, in condizioni traumatiche ideali per una corretta riabilitazione.

EFFETTO IDRODINAMICO
Il mezzo acquoso è 800 volte più resistente dell’aria. L’acqua oppone una resistenza allo spostamento del corpo immerso che dipende dalla natura  del liquido, dalla sua viscosità e dalla velocità con cui il corpo è in movimento.

In acqua i movimenti condotti lentamente vengono quindi poco contrastati rispetto a quelli effettuati velocemente e ogni tentativo di accelerazione provoca una resistenza rapidamente crescente, traducendosi in uno sforzo muscolare intenso, permettendo l’esecuzione di movimenti attivi e contro resistenza, nelle fasi finali dell’iter rieducativo.

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